20 marzo 2020

Un nuovo gioco

A febbraio ho avuto il grande privilegio di partecipare ad un work shop tenuto dal grande e celeberrimo Hubert Valeri nella bella sede della mia scuola di ricamo, Il Quadrifoglio, a Pino Torinese.
È solo da novembre che frequento un corso, sono quindi un'assoluta principiante, però non ho voluto perdere l'occasione di cimentarmi in questa tecnica che da sempre mi affascina e da sempre mi richiama alla mente la Provenza ed il sud della Francia che sono alcuni tra i miei posti del cuore.
 E quindi è stato bellissimo.
E non posso non pensare che a Febbraio mai avrei immaginato che tutti ci saremmo trovati in poco tempo a vivere questo incredibile incubo che cambia e stravolge le nostre vite, che ci tiene tutti a casa, e ci fa stare in ansia per i nostri cari, gli amici, il mondo, l'esistenza.
 Questo però, vuole essere un post dedicato ad un'arte preziosa ed oramai pochissimo praticata, non un post di tristezza e sconforto...
Hubert Valery ci ha spiegato alcune regole di base e ci ha messe al lavoro, di sicuro i mille segreti che scaturiscono dalla sua trentennale esperienza non ce li ha potuti  raccontare, ma tant'è, è bastato per farci innamorare tutte di questa antica tecnica.
Hubert ha modernizzato il Boutis creando meravigliosi e perfetti lavori spesso molto geometrici che rivelano la sua precedente  professione di architetto ed anche , secondo me, il fatto di essere un uomo.
A me però piace tanto, tantissimo anche il Boutis tradizionale, pieno di fiori e foglie, farfalle, cicale, colombe e quindi dato che sono una pazza scatenata, terminato il campione che ci ha fatto fare

ho deciso che mi buttavo subito su un bel disegno per un cuscino!
La buona sorte aiuta le audaci non credete?
E quindi ecco che vi mostro qualche attrezzo del mestiere:

( la cosa più assolutamente indispensabile è il tira aghi!)
e poi le fasi che precedono la parte divertente, cioè l'impuntura del motivo centrale che ho deciso di fare colorata e la filza in bianco per il contorno del disegno:


 Tanti piccolissimi punti il più possibile uguali, anche per la filza:

su due teli di leggerissima batista di cotone. Il divertente per l'appunto viene dopo, quando ogni singolo petalo ed ogni singola fogliolina, così come ogni singola riga dovrà essere imbottita per bene utilizzando filo d cotone n°8.
Che ci voglia tanta pazienza?!?
Vi terrò informate sui progressi, non vedo l'ora di iniziare a... faire le bourrage!
Chissà se magari il prossimo post non potrà essere scritto in un momento più sereno, un momento cui si potrà scorgere forse la fine di questo tremendo incubo.
Un grande augurio di speranza e salute a tutti, e per carità, state in casa, tutti quelli che possono, proprio tutti.

22 febbraio 2020

Piccolini in brodo

Avete presente quando un tempo, specialmente qua al Nord si serviva come portata leggera un bel piatto di tortellini in brodo?
Ecco, a me è capitato di avere l'esigenza di chiudere una bella cena di Bagna Caüda proprio con qualcosa di leggero, caldo e delicato ed ecco che da buona vegetariana ho pensato di fare questi deliziosi e profumati mini mini agnolottini in brodo.

Veramente veloci da fare, facilissimi, divertenti. Li potete anche fare e poi surgelare per averli a disposizione quando servono.
Ed allora, per la pasta,  (dose per quattro persone) i soliti:

200 gr di farina
2 uova intere

per il ripieno:
100 gr di ricotta vaccina
100 gr di ricotta di capra
100 gr di grana padano grattugiato
1 uovo
la scorza di un limone non trattato
noce moscata

Si procede impastando la farina e le uova e si lascia riposare per un mezz'oretta.
In una ciotola amalgamare tra di loro le ricotte, il grana, l'uovo sbattuto, la scorza di limone ed un bel pizzico di noce moscata.
Dividere la pasta in due panetti, stendere il primo in una sfoglia sottile ed il più possibile rettangolare,  spalmare il ripieno solo sulla metà e ripiegarci sopra la parte libera.
Passare leggermente con il matterello e poi, premendo bene ritagliare tante strisce con la rotella dentata. Strisce di due centimetri!  Procedere facendole a quadratini.
Ripetere l'operazione con l'altro panetto di pasta.


Farli cuocere in un brodo vegetale a cui ho aggiunto rondelle di porro, pisellini surgelati, un piccola patata a tocchetti, pezzetti di carota.
Una bella spolverata di parmigiano e voilà, perfetti, saporiti, leggeri e soprattutto veg!



6 febbraio 2020

Cake di grano saraceno

Finalmente è arrivato un po' di freddo. Anticipato da un impetuoso e selvaggio vento di Föhn che per un giorno ha portato la temperatura a 25°facendo impazzire gemme e passerotti il freddo ci ha fatto nuovamente assaporare i pomeriggi in casa e le fumanti tazze di tè ad accompagnarli.
Ed allora ho sperimentato un nuovo cake che sicuramente verrà riproposto qua in famiglia per tutto il mese, è ottimo!

Per farlo ( e si fa in un attimo, credete) :

200 gr di carote grattugiate
170 gr di farina di grano saraceno
120 gr di zucchero di canna
70 gr di mandorle ridotte in polvere
80 gr di uvetta
150 ml di olio di semi di girasole
2 uova intere
1 limone bio, la scorza
50 ml di succo ACE
11 gr di lievito, un pizzicone di sale.
    In una ciotola unire gli ingredienti secchi e quindi la farina, lo zucchero, il sale, le mandorle, la scorza di limone. A parte sbattere le due uova con l'olio, aggiungerle agli elementi secchi insieme alle carote grattugiate, al succo e alle uvette. Mescolare con cura e versare in uno stampo da plum cake rivestito con la carta da forno.
   Cuocere per un'oretta a 180 °.

Buon appetito!

20 gennaio 2020

Caro Lupo

Caro Lupo, è con gioia e simpatia che ho letto del tuo ritorno tra di noi, mi piaci così tanto e sei anche piuttosto utile nel tenere sotto controllo il numero dei cinghiali e dei caprioli che si sa, sta veramente crescendo troppo.
E ieri ero nel bosco. 
Ed ho pensato che ti sei fatto fuori le caprette del lattaio che proprio sul limitare del bosco vivevano, nel loro bel recinto.
Ed ho pensato che hai fatto anche un'altra piccola incursione in città ai piedi della collina ed hai ucciso e mangiucchiato un vitellino Angus.
Ed un mese fa a Berzano San Pietro, non molto lontano da qua, hai ucciso e sventrato due bei cani da caccia...
Ecco , io adesso per favore, ti chiederei di evitare di girare di giorno per il bosco perché lo so benissimo che per gli umani non sei un problema, anzi mi piacerebbe moltissimo incontrarti una volta, ma come la mettiamo con il mio cagnolino?
Sono trent'anni che percorro il bosco ed i suoi sentieri, e con me i miei amatissimi cani. Ed i cani delle amiche, e i nostri bambini e lo conosco proprio bene e lo adoro, in ogni stagione.
È il grande bosco dietro casa ed echeggia di canti e fruscii, del rumore del vento e dei ricordi di mille parole, di emozioni e stupori. Ed è bravissimo nel curare affanni e malinconie.
E quindi vorrei proprio continuare a starci in questo meraviglioso bosco,
 a percorrere i suoi sentieri e ad attraversare i suoi ruscelli nel canto degli uccelli a primavera o nel silenzio delle mattine ghiacciate, quindi, caro Lupo, ti prego, stai alla larga da noi!


28 dicembre 2019

La fine dell'anno



Ecco che stiamo per terminare anche questo 2019, è passato un altro anno e c'è poco da scherzare oramai vista la velocità con cui questo accade.
Un anno relativamente tranquillo, senza grandi scossoni, le preoccupazioni del profondo, quelle, sono sempre le stesse, varia solo la capacità di gestirle, di addomesticarle, di fare in modo che non rendano troppo grave l'esistenza. Sono preoccupazioni che non dipendono da me, se non per il fatto che la mia empatia a volte ha del patologico.
Ho perso due amici quest'anno, è stato molto brutto.
Per fortuna ho un  marito che mi è sempre vicino, un figlio molto perfettibile, il mio adorato cane, le amiche, il giardino.
 E tante letture e tanta lana. Ed ultimamente mi è scoppiata la malattia del ricamo che mi stuzzica molto.
Che dire, speriamo nel 2020, non posso fare altro, io ce la metto tutta poi...
Ma io vi dovevo parlare del mio Bouquet, il lavoro di quest'estate, l'ultimo direi, perché poi mi sono dedicata a calzini e ad un maglione per mio marito,   aspetta solo di essere cucito e per un niente non sono riuscita a metterlo sotto l'albero.
Il Bouquet è un lavoro divertente e meno difficile del Papa, occorre comunque fare attenzione con la tensione dei fili sul retro perché queste giapponesi non si curano dei fili lunghissimi da portare in giro! Molto interessante e d'effetto la scelta di fare passare il filo davanti a creare una texture  particolare ed insolita, bello anche il fatto che il disegno dei fiori cambia sul davanti rispetto al dietro.

E adoro l'uccellino in basso. Quindi proprio bello? Il disegno si, ma io mi aspettavo un capo più ampio, un po' come quello indossato dalla designer, non ho tenuto conto che lei è piccola e minuta e quindi per forza l'effetto finale è un po' diverso. altra nota da tener presente, gli aumenti fatti a metà della schiena creano un po' come una gobba di ampiezza che può anche non piacere a tutte.
Direi che vi ho annoiato abbastanza, il prossimo post sarà nell'anno che verrà, e magari vi faccio vedere un Cast On che mi tenta parecchio!
Auguri a tutti e a tutte, che ci sia bellezza e gioia ed entusiasmo.

15 ottobre 2019

Cardo di montagna

Ho l'onore di fare parte di un piccolo gruppo Fb in cui si lavorano i calzini finlandesi.
I calzini finlandesi sono molto caldi, sagomati e lunghi al ginocchio, spesso caratterizzati da una parte elastica alla caviglia. Sono pieni di disegni e di colori, oppure hanno laboriose lavorazioni lace.
Che dire? Sono bellissimi!
E generalmente i loro pattern sono in finlandese, pochi, veramente pochi in inglese.
Credete, il finlandese è difficilissimo anche per Google traduttore che fornisce delle interpretazioni dei testi veramente esilaranti.
C'è una bella notizia però, ora, per chi volesse cimentarsi: Giovanna Magni, una del mitico gruppo ha creato il bellissimo modello che vedete qua sopra e lo ha messo su Ravelry, free.
Generosissima!!

È un ottimo pattern per iniziare perché le spiegazioni sono perfette, la taglia è giusta, i disegni non troppo complicati e di grandissimo effetto.
Quella che segue è l'immagine dei calzini sul diritto sul rovescio:

Come si può vedere i passaggi di filo sono brevi, quindi... nessun problema di tensione.
Provare per credere, fatevi trovare pronte quest'inverno!!

21 settembre 2019

Primo giorno d'autunno

Oh la-là... finalmente l'autunno. L'estate ha fatto di me una donnetta sudata ed irascibile, spesso troppo chiusa in casa per il troppo caldo, quasi una donna in attesa. In attesa che la mia stagione spreferita se ne andasse.
Vabbè, esagero un pochetto!
E comunque rieccomi qua, tornata in me grazie a magnifiche temperature più umane, a serate fresche da golfino (che io ne ho tanti di golfini), a notti accese da una luna splendente in cui non ci si sveglia più sudate ed appiccicaticce.
È stata comunque un'estate in cui sono riuscita a camminare tanto, a leggere libri emozionanti, a vedere posti nuovi e bellissimi, a sferruzzare un po'.
Calzini:
Summer sky socks

Elmina`s summer socks



Scialle completato:
Sapeste quante nappine... Luna Shawl
Progetto da montagna:



L'avete riconosciuto? È il Bouquet della signora Okamoto, una delle mie designer cult. Ve ne parlo nel prossimo post, vi spiego perché è da fare, ma anche perché forse non lo è.
Alla prossima!

         

17 maggio 2019

Autodidatta #1

Vorrei ricamare e non solo il punto croce. Come la pittura, il ricamo mi trasmette una grande serenità, mi sembra una cosa delicata e gentile, d'altri tempi.
Un'attività lenta, lentissima a volte, che permette di immergersi nei propri pensieri, di andare dietro a ricordi e fantasie, di giocare con i colori e le sfumature e perché no, di creare qualcosa di personale ed affine alla propria natura.
Grazia Deledda diceva che alle donne, sin da bambine, si faceva ricamare il proprio corredo per insegnar loro a tenere gli occhi bassi, ma per fortuna oggi non è più così e migliaia di giovani donne in tutto il mondo creano lavori fantastici con brio ed allegria utilizzando la rete ed i social per promuovere la loro attività.
E quindi... ho iniziato a studiare, su Instagram,  su Pinterest, su You Tube, immagini e video di ricami antichi, ma soprattutto moderni e mi sono immersa in magnifici tutorial in tutte le lingue, coreano compreso! (così musicale tra l'altro!)
Ora so i nomi dei vari punti fondamentalmente in francese ed inglese e a parte il punto erba ed il punto pieno, in italiano non li so dire!
Poi, dopo avere molto, molto studiato, ho preso una dei miei asciugapiatti da punto croce e l'ho fatto salire al rango di imparaticcio. Ho trasferito così così un disegno semplice e, preso il coraggio a due mani, mi sono buttata!
Primo step, contorni e ripieno della cifra a punto erba:
 non pessimissimo, ma con grandi margini di miglioramento, specialmente sulla regolarità del punto.
Secondo step, foglioline a punto herringbone:
ehm.... divertente, ma forse non il punto più adatto per queste foglioline così piccine.
Terzo step, le ortensie a punto french knot (nodini?) :
Questo mi viene benissimo!!! Il mio attuale punto preferito, devo solo migliorare le sfumature dei colori, questa notte studierò un po.
 E voilà, quasi finito, non malaccio, in fondo è solo un asciugapiatti:
Ci sono ancora due spazietti da ricamare di fianco all'ovale principale, mi cimenterò con le roselline, punto vapore in italiano!
Sono graditissimi consigli e suggerimenti, critiche e correzioni, devo imparare benissimo, ho un sacco di progetti in testa!

23 aprile 2019

Patria

Patria di Fernando Aramburu.
Appena ultimato. Una lettura che da subito mi ha preso e coinvolto nella storia di due famiglie basche amiche da una vita e separate dalla morte di uno dei padri di famiglia, ucciso forse per mano di uno dei figli dell'altra. Una vicenda che ci riporta negli anni delle bombe e degli assassinii dell'ETA, in un paesino vicino a San Sebàstian in cui si parla ancora la lingua Euskara per distinguersi chiaramente dagli spagnoli oppressori.
Devo dire che Aramburu non fa esattamente un buon servizio all'ETA, in questo romanzo i suoi membri sono descritti come ragazzi ignoranti e un po' disadattati che compiono attentati ed omicidi quasi a caso, colpendo nel mucchio,   trovando in questo una giustificazione alla loro esistenza.
Probabilmente non erano tutti così, ma va detto che da sempre i gruppi terroristici reclutano adepti dalla personalità fragile per poterli meglio imbonire e controllare, e buttare allo sbaraglio.
In ogni caso, l'omicidio del Txato,  cambia per sempre la vita delle due famiglie precipitate  nella sofferenza, nei ricordi di un'esistenza che di colpo appartiene al passato.
Ed ognuno continua come può, e lo scrittore è bravo nel calarsi in ogni personaggio, nei vari diversi tentativi di non farsi annientare.
Il romanzo è infarcito di vocaboli baschi, un glossario indispensabile è posto alla fine del libro, la lingua basca è difficile e piena di x, ma dopo un po' naturalmente non ce n'è più bisogno.