31 marzo 2011

Appena sveglia!

E molto, molto affamata. Parlo di una delle mie tartarughe, la prima ad uscire dal letargo quest'anno, coperta di terra, assonnata e sbadigliante (giuro!). Dopo l'inverno sono leggere leggere eppure, nonostante i mesi di digiuno e la disidratazione, possono essere piene di energia e si spingono fuori dalle loro tane alla ricerca di foglie tenere
da divorare. Le mie vanno matte per il trifoglio ed il tarassaco e naturalmente per la frutta e le carote bollite.
Amo le tartarughe. Sono animali incredibili, mi fanno pensare alle origini della terra, alla preistoria. Il loro istinto è formidabile, non sbagliano mai. Sanno quando smettere di nutrirsi alla fine dell'estate per non andare in letargo con lo stomaco o l'intestino pieni, rallentano il battito cardiaco fino quasi a sembrare morte ed aspettano tempi migliori. Le femmine, dopo essersi accoppiate, possono decidere di trattenere il seme del maschio e di non deporre le uova se ritengono che le condizioni esterne non siano favorevoli alla nascita dei nuovi tartarughini. Non sono lente, tutt'altro, percorrono decine di chilometri durante la bella stagione.
E poi , sono vegetariane! Fantastiche...

Mentre le tartarughe ed il giardino si svegliano, intanto, finalmente ho finito l'Adrift!! Sono piuttosto soddisfatta perchè è stata una nuova esperienza per me, un modello lavorato in un unico pezzo a partire dall'alto, un filato magnifico ma infernale per quanto è fine e delicato, una miriade di punti lavorati con la tecnica continentale, un Kal che mi ha permesso di lavorare con delle tricottine deliziose e super gentili. La foto che vi mostro è pessima, ma non ho nessuno a disposizione in questo momento in casa ed io sono troppo impaziente di condividere il risultato delle mie fatiche!

25 marzo 2011

L'Angelica

Chi frequenta i blog di cucina ne avrà già sentito parlare dell'Angelica. E' un dolce semplice, ma di grande effetto, una ricetta perfetta che riesce bene e permette di ottenere una ciambella molto coreografica oltre che buona. E poi è una ricetta delle fantastiche sorelle Simili! Con i loro libri queste due simpatiche sorelle bolognesi hanno condiviso un grande sapienza e tanti anni di esperienza. Le loro ricette sono perfette, riescono sempre, sia che si tratti di pane che di dolci o di pasta fresca. Quella che posto oggi è tratta da questo libro ed è perfetta per il week-end, la si prepara il sabato pomeriggio e poi, se si riesce a resistere dall'assaggiarla, è bella pronta per una pigra colazione domenicale.

ANGELICA
Primo impasto: 135 g di farina, mezzo cubetto di lievito di birra, 75 g d'acqua (circa)
Amalgamare tutti gli ingredienti e lasciare lievitare per una trentina di minuti.
Secondo impasto: 400 g di farina, 75 g di zucchero, 120 g di latte tiepido, 3 tuorli d'uovo, 1 cucchiaino di sale, 120 g di burro morbido.
Inoltre bisogna aggiungere: 75 g di uvette, 75 g di scorze d'arancia candite, 50 g di burro fuso e se si vuole fare una glassa di copertura anche dello zucchero a velo e un albume.
Impastare la farina con lo zucchero,il sale ed i tuorli d'uovo sbattuti nel latte. Unire il burro fino a d ottenere un impasto che si stacca dalle pareti della ciotola. Aggiungere il primo impasto lievitato ed amalgamare perfettamente.
Lasciar lievitare per un'altra oretta e quindi rovesciare la pasta su un piano infarinato e senza lavorarla ulteriormente stenderla formando  un rettangolo di 2/3 mm di spessore. Pennellare la superficie con il burro fuso e cospargere il tutto con l'uvetta e le scorze candite.
Arrotolare dal lato più lungo e tagliare il rotolo ottenuto a metà per il lungo, separare delicatamente i due pezzi e formare una treccia tenendo la parte tagliata all'esterno. Su una teglia adagiare la treccia a formare una ciambella, pennellare ancora con un po' di burro fuso e far lievitare un 40'. (deve raddoppiare)
Cuocere in forno a 200° per 20,25'.
A questo punto se si vuole, si prepara la glassa sbattendo l'albume con lo zucchero a velo,  la si usa appena il dolce viene sfornato.

La glassa non è obbligatoria, personalmente su questa che vedete fotografata non l'ho messa come potete vedere! Provate a farla , il risultato è assicurato e molto coreografico, non è difficile, basta solo avere il tempo per le lievitazioni...


21 marzo 2011

Primavera


Anche quest'anno, primavera. A farci uscire da un inverno lungo, buio, e non solo per mancanza di luce. Un inverno faticoso, pesante, cupo tante volte.
E adesso primavera. Che possa essere leggera e dolce, accompagnata da venti lievi a far fremere i fiori, dal sole caldo a far uscire i bambini a giocare, da tramonti  che quando il cielo trascolora, a Torino, non vorresti più smettere di camminare e ti sembra che la vita ti riservi ancora infinite promesse.
Ho scelto dei fiori di ciliegio non a caso pensando al Giappone, un piccolo omaggio.

19 marzo 2011

Le Donne

More about Le donne
Un fulgido esempio di come la lettura di un romanzo scateni il desiderio di saperne di più, di conocere meglio. Ed in questo specifico caso, per me, di scoprire la vita e l'opera fantastica ed affascinante di Frank Lloyd Wright. Un genio indiscusso, un uomo dal talento rivoluzionario e dal carattere pirotecnico, egocentrico, sognatore, narcisista.
Boyle narra della vita del grande architetto ripercorrendo a ritroso le sue relazioni sentimentali attraverso lo sguardo ammirato ed ironico di un giovane studente   giapponese che nel 1932 arriva a Taliesin per far pratica nello studio del grande maestro e per condividerne i sogni ed i progetti. E questo è il punto di partenza. Poi, pagina dopo pagina, si vivono le storie dei protagonisti attraverso le loro sofferenze, le loro gioie,le diffficoltà, gli ostacoli ed i pregiudizi. Sullo sfondo un'America rurale, bigotta, ingenua ed anche un po' crudele.
E' un libro che mi è piaciuto molto, mi ha divertita, mi ha portato cercare i volti dei protagonisti e le fotografie degli edifici progettati da Lloyd Wright. E me ne ha fatto apprezzare la sua modernità, il suo gusto, la  sua visione.
Che bello che c'è il Web!

10 marzo 2011

Una stagione : linverno #7

Pomeriggio d'inverno by gabriela.riva
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Ancora una passeggiata tra i boschi ed ancora rami spogli a delinearsi contro il cielo. Oramai per poco però!

questo blog partecipa all'iniziativa di Kosenrufu mama  "Una stagione: l'Inverno"

9 marzo 2011

Aggiornamento lavori in corso

Il lavoro a punto croce procede, ma l'aggiornamento sarebbe ben diverso se la stolta ricamatrice non avesse preso lucciole per lanterne e non avesse sbagliato ad interpretare la legenda della tabella colori...risultato? 

  
Due sere di lavoro, una sera di scucitura, una sera di decantazione, un nuovo inizio, un sacco di tempo perso! Un esercizio di pazienza, ormai sono ben temprata direi e non solo per merito dei lavori d'ago, più di tutto è stata la vita ed i suoi casi ad insegnarmela, ogni tanto mi sento quasi una monaca zen e mi devo congratulare con me stessa!
E poi il lavoro, mi correggo, il divertimento, continua su altri fronti, su quello dell'Adrift, il Kal di marzo che mi sta divertendo molto anche se sono solo all'inizio. La cosa divertente, la più divertente direi, è il lavorarlo insieme alle compagne di KAL che offrono sostegno ed entusiasmo, inoltre è stata l'occasione per dipanare la mia prima matassa di Malabrigo Lace che non conoscevo e che mi ha conquistata immediatamente per la sua incredibile morbidezza e per il suo colore fantastico, appena sfumato.
E' un modello top down, una sfida per me che sono abituata a lavorare in modo tradizionale!

6 marzo 2011

Congolesi

Un nome bruttino direi per dei dolcetti deliziosi. Mi sembra un nome un po' retro, da colonialisti, ma tant'è, il loro principale ingrediente, il cocco, evidentemente evoca immagini e sensazioni esotiche. Questa ricettina è un'ottima soluzione per utilizzare degli albumi avanzati da qualche preparazione precedente e quindi ecco gli ingredienti:

4 albumi
250 g di zucchero di canna
300 g di cocco grattugiato
1 cucchiaio di composta di mele
1 bustina di vanillina

Mettere gli albumi e lo zucchero in una casseruola e sbattere vigorosamente a bagno maria ( e quindi in un'altra pentola) fino a che il composto non sarà bello caldo e spumeggiante.
Scaldare il forno a 180°.
Togliere la casseruola dal bagnomaria ed aggiungere la composta di mele (io ho semplicemente cotto un po' prima una renetta, ne ho usato un cucchiaio ed il rimanente me lo sono pappato sul posto!), la vanillina ed il cocco continuando a sbattere per almeno altri 3 minuti di modo che il tutto rimanga ben montato.
Con le mani leggermente umide fare delle palline grosse come una noce e sagomarle mettendole poi sulla placca  rivestita di carta da forno.
Infornare per una ventina di minuti fino a che non saranno belle dorate. Alla fine risulteranno croccanti fuori e morbide all'interno.
raffreddate si possono conservare anche 10 giorni in una scatola chiusa ermeticamente e conservata in luogo fresco ed asiutto.
Buon appetito!

1 marzo 2011

"C'è silenzio lassù"

More about C'è silenzio lassù
Una delle ultime lettura di questo periodo. Un libro bellissimo, profondo, minimalista, triste, ma con un lieto fine.
La storia di un uomo che ha visto la sua vita interrompersi la notte in cui il fratello gemello,  è morto in un incidente stradale. Da quel momento tutto è cambiato, gli studi all'università sono stati interrotti e per lui è rimasta solo la vita nella fattoria, agli ordini di un padre gretto e meschino, a tratti anche molto crudele. La vita scorre, gli anni passano sempre uguali, crisatallizati nella loro ripetitività.
E poi, un giorno, Helmer fa la prima scelta della sua vita e decide di confinare ilpadre in una stanza al piano di sopra e di rinnovare la casa. Ed è come se si fosse rotto un incantesimo e pensieri e sentimenti tornano a galla a farsi rivivere e analizzare. E poi il resto naturalmente non lo dico.
Dico però che questo libro, questa storia sono oltremodo affascinanti. La scrittura è bellissima, le descrizioni degli ambienti naturali sono molto coinvolgenti, e l'autore, narrando la storia di un uomo parla anche del suo doppio o meglio di una sua altra parte, parla della  separazione e della mancanza, della solitudine e di un sentimento di incompletezza che accompagna una vita. E lascia però intravedere la possibilità di un riscatto, di una rinascita.
Gerbrand Bakker - C'è silenzio lassù - Iperborea