27 agosto 2016

Fresca lettura

Simenon è sempre una bella garanzia, mi piace la sua prosa così incredibilmente asciutta e moderna, la sua innata capacità di delineare i personaggi così acutamente, con poche scelte perfette parole.
Questo " Il passeggero del Polarlys" è il suo primo romanzo e lo si avverte da subito, è un po' meno scorrevole, a volte incriccato nei dialoghi e nelle situazioni, ma lodevolissimo lo stesso.

 Si svolge su un mercantile che fa la rotta tra Amburgo e l'estremo Nord della Norvegia e l'atmosfera e l'ambientazione sono veramente intriganti. Ci si sente al fresco, sballottati in un mare in tempesta, tra nebbia e ghiaccio, in viaggio verso le isole Lofoten e si impara come negli anni trenta la consegna e lo scambio  della posta e delle merci durante la stagione invernale avvenisse solo grazie alle navi mercantili che risalivano l'oceano ed i fiordi a raggiungere sperduti villaggi.
Molte di queste navi e di questi equipaggi affondavano, basta viaggiare un po' al Nord per trovare targhe e cippi commemorativi di questi tremendi naufragi eppure era così, in tanti sceglievano di fare il marinaio consci di rischiare la  vita praticamente ad ogni viaggio...
Chissà se Simenon ci era già veramente stato in quei luoghi per descriverli così bene, lui ha viaggiato per ogni dove, ma non so se all'epoca, quando ancora non aveva raggiunto il successo, potesse permettersi tanti viaggi.
Alle Lofoten ci sono arrivata al tramonto di un giorno d'agosto di tantissimi anni fa, uno spettacolo che mi è rimasto nel cuore. Sarà anche per questo che il libro mi è piaciuto!

5 agosto 2016

I pigri e l'alta quota

Ultimamente ho rivalutato alla grande la possibilità di raggiungere meravigliose, lucenti e freschissime località in quota senza fare il minimo sforzo, fantastico!
Una volta, tanto tempo fa, pura e dura disdegnavo queste patetiche scorciatoie ed infatti rimanevo quasi sempre bella tranquilla ad altezza bosco...
Ora basta però, mesi fa ho scoperto l'incanto del Colle del Nivolet che consiglio a tutti, una quindicina di giorni fa ho raggiunto invece il colle dell'Agnello, 2740 metri, 16 gradi invece che i 32 casalinghi, una meraviglia!
Decisamente un bel modo di godere della montagna, bellezza e spettacolo e pochissima fatica, anche pochissima gente se si eccettua per i mitici ciclisti che lì ci arrivano pedalando.
Un po' più bassina, ma pur sempre una bellissima meta, il Colle San carlo che si raggiunge da Arpy percorrendo un bellissimo sentiero boschivo che si arrampica dolcemente fino a 2000 metri e si apre su un delizioso laghetto alpino sovrastato dal massiccio del Bianco:
Credo che continuerò per questa strada, cercando nuove mete, la prossima credo sarà Il Pian del re....