25 gennaio 2017

Posh Yarn

Al ventiduesimo giorno di gesso e di dolori abbastanza intensi che mi inquietano un po', la frustrazione aumenta. Essere una persona portata alla manualità non aiuta, trascorro tantissimo tempo a programmare future attività, uso Pinterest ossessivamente, mi iscrivo a Mistery Kal calzettosi e... curioso tra le lane in vendita!
Conoscete POSH YARN?
NO?
 Malissimo!
Trudie e Tony Banford  vivono nel Galles e tingono meravigliosamente lana e seta, e ce la vendono anche! Con una modalità divertente ed abbastanza insolita: tingono piccole quantità di filato, in colori e sfumature sempre diversi e poi le mettono in vendita la domenica sera, alle 20, qua da noi. Ed allora la cosa diventa emozionante perché le matasse spariscono alla velocità della luce e non sempre si riesce ad ottenere quello che si vuole....
L'ultima volta ci sono riuscita:


800 metri di Baby Alpaca sono diventati miei!!
Un punto di azzurro che adoro, un lace morbido morbido che diventerà una nuvola di scialle pizzosissimo.
Stavo pensando magari ad un bel Valeriana Estonica, un modello perfetto per un filato lace e soprattutto, un modello di cui ho già il pattern...


Niente male , vero?

16 gennaio 2017

L'amore e le foreste

Un libro che ho dovuto un po' metabolizzare. Che mi ha fatto arrabbiare, un po' morboso, inquietante.
Alla fine, però, devo dire che mi è piaciuto, senz'altro una trama originale che non dimenticherò tanto facilmente.
È la storia di Bénédicte Ombredanne, giovane donna colta e raffinata, innamorata della letteratura, sposa e madre di due figli, insegnante in un liceo. Questa la facciata. Una facciata che cela una realtà fatta di pressioni e violenze psicologiche, un marito psicologicamente disturbato e manipolatore che diventa l'aguzzino della donna insinuandosi tra le pieghe della sua anima e colpendola nelle sue più profonde sensibilità.
Unico momento di ribellione, unico tentativo di riappropriarsi della propria identità, è la giornata trascorsa con Christian, uomo perfetto che nel libro è l'unico simbolo di passione, libertà ed erotismo.
Da questo momento in poi, la vita della nostra eroina sarà un'inarrestabile discesa all'inferno, vittima della sua incapacità di riprendersi la sua vita.
Voce narrante di questa vicenda è lo scrittore stesso, Éric Reinhardt, che dopo un piacevole scambio epistolare con Bénédicte la incontra in un caffè rimanendone affascinato. Lo scrittore stesso sta vivendo un momento di crisi, dopo il grande successo del suo primo romanzo, stenta a scriverne un altro, la storia che la donna inizia a raccontare, la storia della sua vita, lo incuriosisce. E sarà lui a scriverla, poi, dopo aver ricostruito i fatti, dopo averla cercata, dopo aver cercato le persone che la conoscevano.
E mentre leggevo, l'irritazione saliva, la frase che mi veniva in mente di continuo era: per ogni carnefice c'è sempre una vittima. Perché Bénédicte poteva andarsene, era giovane, con una famiglia accogliente alle spalle, economicamente indipendente. Ed invece rimane.
E qua, secondo me, sta la bellezza di questo romanzo che diventa un esempio di come i rapporti malati  siano alla base di tanta violenza sulle donne, all'interno dei loro nuclei famigliari, una violenza soprattutto psicologica che piano, piano, giorno dopo giorno si insinua sempre più esplicita fino divenire quotidianità.
A meno che uno non si ribelli e se ne sottragga.
Eric Reinhardt - L'amore e le foreste - Salani Editore

9 gennaio 2017

La Befana vien di notte con i polsi tutti rotti...

Ho esagerato un po'!
 La Befana per me è arrivata, tanto per cominciare, in ritardo, è passata  mentre tornava a casetta sua sui monti, senza più né  dolci né carbone e veloce anche, che era già il crepuscolo e doveva metter su la polenta. Mi ha lasciata con un tuffo sul ghiaccio ed un fantastico polso rotto ed impacchettato per 35 giorni.
E adesso chi lo finisce il Levenwick di Roberta? Ero così a buon punto, veniva così bene!

È già il quarto che sferruzzo, alle mie amiche piace molto ed in effetti è un modellino delizioso, di gusto leggermente retrò,  curatissimo nei particolari e divertente da personalizzare con la scelta dei bottoni.
Poverino, dovrà aspettare febbraio, non ci riesco proprio...
Al momento posso solo: passeggiare in queste gelide giornate, ubriacarmi di serie su Sky e Netflix, leggere, leggere, leggere, leggere.
Ho appena terminato un romanzo francese (da discutere nel mensile incontro in biblioteca) che devo ancora un po' metabolizzare e su cui sospendo il giudizio ancora per qualche ora e, dato che sono una donna di grande ignoranza, ho intrapreso la lettura de "La Montagna Incantata" di Thomas Mann, autore che ho amato tanto in gioventù, ma di cui ho letto solo "Morte a Venezia" ed "I Buddenbrook".
Ho pensato di colmare la lacuna e di essere in obbligo verso questo romanzo visto che ho amato così tanto Youth.





1 gennaio 2017

1/1/2017

Ciao ciao 2016, non credo ti ricorderò come un anno fantastico. Sono stati tanti anche i bei momenti, figuriamoci, bisogna sempre tenerli a mente, i giorni tranquilli e normali, i viaggi, le sere, le notti profumate, i film visti, i libri letti, ecc. ecc.
Le brutte notizie però, i fatti orrendi, gli addii, sono stati troppi, senza ritorno. Hanno lasciato un velo grigio sull'anima che fatica ad andare via.
Ed allora ci illudiamo sempre che magari, con l'anno nuovo,  le cose cambino. Ma l'anno nuovo è solo una convenzione e la vita procede e va finché dura e bisogna cercare di viverla al meglio, guardando al futuro con energia e con determinazione. E che caspita!!
Questo fiorellino di energia ne ha tanta per fiorire il primo di gennaio vero? L'ho fotografato durante la prima passeggiata dell'anno, tra le colline dietro Mombello, una lunga passeggiata, sotto un cielo terso e così limpido da sembrare impossibile.
Ripercorrendo le sterrate tra i campi pensavo a tutte le persone che prima di  me le hanno percorse, anno dopo anno, nei secoli, come testimonia questa piccola chiesa romanica, solitaria, antichissima.
La campagna offre panorami semplici, niente a che vedere con la grandiosità delle montagne o la bellezza del mare eppure tutte le volte mi ammalia, mi ci sento a casa, mi sento nel mio, calpesto la terra e mi piace. E guardo gli alberi. Che sono tra le cose che più mi piacciono al mondo.
Non mi annoiano mai. Mi bastano, giustificano una passeggiata.
Così come certi altri arbusti. Bellissimi, anche se secchi.

Che sembrano indicare un direzione....